Poster Belly Hole Freak Spring Tour 2017
Copertina 7″ THE BLUES AGAINST YOUTH
SkronkNews !!! New 7” record out on Skronk Records!
THE BLUES AGAINST YOUTH last effort, “Barbed Times” 7”, will be out on April the 1st on Skronk Records.
150 COPIES IN LMITED EDICTION LINOCUT HANDMADE PRINT
artwork by Susanna Doccioli
This time round, Gianni TBAY has teamed up with his friend G W Nodari on guitar, and they have recorded two new versions of TBAY’s hits “Barbed Times” and “It’s Been A Long Time, Mama”.
Second release for the fresh new-born record label Skronk Records, distributed by Goodfellas, available in physic and digital format.
listen to the TBAY tracks on https://
***Skronk Records “No Profit Label” supporting underground music culture and art expression with passion heart and soul !!
100% Rock’n’Roll Attitude !!
A few days after the release, The Blues Against Youth will hit the road for a two weeks-tour in Switzerland, Netherlands, Germany, France and Belgium.
THE BLUES AGAINST YOUTH
European Tour – April 2017
Wed 5 – Basel (CH) @ Hirschneck
Thu 6 – Mannheim (DE) @ Kreuzbar
Fri 7 – Frankfurt (DE) @ Dreikoenigskeller
Sat 8 – Koln (DE) @ Lizbat
Sun 9 Groningen (NL) @ Crowbar
Wed 12 Meppel (NL) @ Cafe Clouso
Thu 13 Amsterdam (NL) @ Checkpoint Charlie
Fri 14 Rotterdam (NL) @ Tocado
Sat 15 – Eindhoven (NL) @ The Jack
Sun 16 – Liege (BE) @ Lou’s Bar
Tue 18 – FRANCE / GERMANY HELP
Wed 19 – Strasbourg (F) @ Le Local
Thu 20 – Biel (CH) @ Café Du Commerce
Fri 21 – Saint Gallen (CH) @ Rumpeltum
Sat 22 – SWITZERLAND HELP
Sun 23 – TBA
www.thebluesagainstyouth.c
www.skronkrecords.com
www.susannadoccioli.it
TAROTS
Harvey | La sera s’inoltrava
Linocut print for Tapirulan Competition. Size 25×25 cm
Adios Sinister!
Dead Music 7 Years Party | Locandina
Illustrazione per le magliette di ALCHEMIKA 2016
IL GIOCO DELL’OCA DI MEDUSA
Finalmente abbiamo stampato il Gioco dell’Oca di Medusa! A firma di Susanna Doccioli e di Stefano Verdini. In 100 copie numerate, con una presentazione di Roberta Borsani autrice di “Sul dorso di un’Oca” – Il simbolismo iniziatico del grande gioco e “La danza della vita” – comprendere il femminile attraverso le fiabe. La confezione comprende: 1 tabellone da gioco (aperto 45 x 68 cm, chiuso 22,5 x 22,5 cm) , 6 pedine, 2 dadi, le regole del gioco. La confezione presenta una grafica xilografica stampata a mano.
Per maggiori info: hopeyote@yahoo.it | stefanover@gmail.com
Il Gioco dell’Oca è il gioco di percorso più antico, lo schema a 63 caselle è quello della tradizione.
Il percorso segue un movimento a spirale, può simboleggiare una situazione, una vicenda, un’avventura, lo scorrere del tempo, la vita.
Le caselle sono connotate da alcuni simboli, rimasti invariati da secoli.
Come nella vita siamo di fronte alla sorte, nel gioco si tirano i dadi, ci sono caselle fortunate e sfortunate.
Continuamente si susseguono immagini, sorprese, emozioni… in vista dell’arrivo.
Il Gioco dell’Oca è «un labirinto popolare dell’Arte sacra e una raccolta dei principali geroglifici della Grande Opera» (Fulcanelli, Le Dimore Filosofali).
«Questo ruolo iniziatore dell’oca è di certo estremamente antico […] Ne fa fede lo straordinario successo del Gioco dell’Oca, “ripreso” dai Greci, come si diceva al tempo di C. Perrault. E’ un gioco sostanzialmente simbolico; se ne attribuisce l’invenzione a Palamede, inventore anche degli scacchi e della dama. Il gioco consiste nel far avanzare una pedina, a seconda del numero tirato dai dadi, sulle caselle di una spirale che si avvolge verso l’interno da sinistra a destra. Ogni 9 caselle c’è un’oca diversa, fino alla sessantatreesima, che raffigura il giardino dell’oca. La prima casella è una porta o un portico. Quindi si alternano immagini simboliche, dei ponti, una locanda, un pozzo, un labirinto, la prigione, la morte. Alcuni di questi ostacoli obbligano a tornare indietro, e il giocatore attraversa così un terreno insidioso e accidentato. Si tratta senza dubbio di un gioco iniziatico, ma se ne è perduta la chiave. Eliphas Lévy vi vedeva una variante dei tarocchi, di cui riconosceva nei geroglifici le immagini tradizionali» (Jean Paul Clébert).